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di Bernardini Fernando dal numero 10/09 di Pesca In


Ormai da anni, con l'avvento della "lunga" roubasienne e l'ampliamento tecnico della pesca all'inglese, non si sente più parlare di canne fisse o cannini da alborella.

Questa pesca, viene ricordata solo alla vista di qualche foto polaroid ormai sbiadita (di quelle istantanee con il bordo bianco) mentre, è possibile, ancora oggi, partecipare a gare di forte intensità agonistica, essendo questa una delle tecniche più difficili da eseguire nella categoria della pesca al colpo. Tanti storceranno la bocca, ma vi assicuro che non è facile fare risultato in competizioni ad alborelle dove ci sono agonisti con esperienza in tale tecnica, sia perché le nostre acque sono, purtroppo, in balia di cattive gestioni e sostanze inquinanti di ogni genere, ma anche per cause commerciali, per cui si punta ad un ampliamento dei prodotti più costosi, lasciando molto poco spazio ad una tecnica di pesca che ha radici ben profonde nel nostro paese.

Tuttavia c'è un tratto di fiume Liri, dove si conserva una piccola isola felice, per tutti i nostalgici di questa tecnica, lasciata ormai un pò nel dimenticatoio. Gli agonisti di “primo pelo”, inorridiscono al solo sentire parlare di alborelle, cercando di sfuggire alle zone in cui la gara si svolge totalmente al pesciolino, prediligendo l'utilizzo del "lungo palo”, perché non hanno cultura di una pesca, che fino a 15 anni fà, spopolava in tutta Italia. È ora di scrivere qualcosa sulla pesca dell'alborella in un tratto di fiume, tanto ricco di pesce e vera e propria risorsa, per gli agonisti/dilettanti della Ciociaria. Siamo sul fiume Liri, nella provincia di Frosinone ed esattamente a Pontecorvo, corso d'acqua ricco di pesce in ogni suo tratto e soprattutto ricco nella variegatura della fauna acquatica.


La tecnica

Questo corso d'acqua si presenta con un letto molto ampio, una pronunciata profondità e corrente moderata, ma la particolarità, che si nota subito all'arrivo sulle sponde, è la quantità di alborelle che ci sono, un vero e proprio brulicare. Mi sono recato in questo spot, per le prove della gara di A5, insieme ai miei compagni di società, per testare al meglio tutte le strategie da poter sviluppare durante la gara. Ho iniziato cercando di pescare il pesciolino, per quanto posso, con una velocità da non invidiare, per poi cambiare, provando a pescare con una fissa munita di elastico, alla ricerca di pesce di più peso. In una prima parte di gara quest'ultima mossa è risultata vincente, permettendomi di catturare diverse savette e carpe, naturalmente innescando mais, ma poi, alla fine della pescata, le alborelle sono risultate vincenti. La “meccanica di pesca”può variare, ma la più usata risulta essere sintetizzata in questo schema: pesce, pastura, slama, rilancio. Sembra facile, ma vi assicuro che non lo è... e gli “alborellisti” lo sanno bene. L'importante è che nel momento in cui si prende all'amo il pesce, con la mano libera si lancia la pastura, questo gesto facilita tutto il resto delle operazioni che seguono, perchè così facendo la mano va incontro al pesce che viene a noi. Quindi si porta la piccola preda vicino al manico della canna, si slama con le dita che reggono la canna e si lascia cadere nella nassa, e mentre tutto ciò accade la nostra lenza deve essere già in acqua per riprendere il ciclo. Un'altra cosa da ricordare è che non bisogna ferrare mai il pesce, ma richiamare la lenza dolcemente, senza dare strattoni, altrimenti si rischia di slamarlo durante il recupero. Un fattore molto importante lo ricopre la postazione di pesca, deve essere assolutamente comoda e sicura, meglio se su pedana molto stabile, in modo che non si incorra in scivolate o movimenti bruschi. Bisogna tenere a mente che l'importante è il ritmo di pesca, e bisogna impedire a qualsiasi evento di interromperlo.


L'innesco e la taglia

Questi due fattori sono determinanti per una buona riuscita di gara, soprattutto il primo citato. L'innesco, ovvero il bigattino specifico per la pesca all'alborella, deve essere preparato qualche giorno prima, selezionando accuratamente ogni verme, di tipo normale, rosso, pinkie o tozzetto, chiudendolo in una scatola con del ghiaino fine e messo in frigo, in modo che, grazie allo sfregamento, induriscano. Con lo stesso procedimento, si può aggiungere al posto del ghiaino, del sale grosso, che essendo igroscopico, assorbe l'acqua, rendendo il bigatto duro, stando però attenti ai tempi, altrimenti si rischia di bruciare le larve oppure inserendo del pangrattato e scorze di limone, sempre conservando il tutto in frigo. Altro metodo, molto più veloce e sicuro, è reperire il famoso “maialino”, ossia il bigattino alimentato da carni di maiale, che risulta più tenace e gommoso. Tutto questo serve a diminuire le pause dovute all'innesco, riuscendo ad eseguire anche 40/50 prede con un solo innesco, contro le 15/20 della normale larva trattata. Tutto questo si traduce in una maggiore velocità, essenziale ai fini della gara.

Selezionare la taglia non è sempre facile, anzi spesso risulta molto complicato. Di norma bisogna pescare intorno alla nuvola di pastura, che si crea con l'impatto dello sfarinato sull'acqua e non dentro la stessa, questo perchè il pesciolino, che si trova nel punto d'impatto della pastura, è frenetico e in quantità maggiore, con il risultato di false tocche e agganci sul corpo, mentre ai lati della nube le abboccate sono più decise e sicure. Un altro fattore, da tenere in considerazione, è la profondità di pesca: spesso nella parte più bassa, sotto la nuvola, stazionano gli esemplari più grossi, le avole, che aumentano considerevolmente i grammi da portare nella nassa.


Attrezzatura e pastura

Una volta spolverati i nostri cannini e tirati fuori dalla buia cantina (questo accorgimento è valido solo per agonisti come me, arrugginiti in questa tecnica), possiamo scegliere la misura giusta da utilizzare, solitamente una 3,50 mt. è la misura ideale, sempre pronti però con un'ampio “range” alternativo. Le lenze dovranno essere composte da un bulk di pallini o torpilla, a completa taratura del tesse, di circa 1,25gr, ed un amo del 22 tipo i b2000 colmic, 120n gamakatsu o 1t tubertini su un finale di diametro del 10, lungo circa 8 cm. La pastura non è mai determinante come l'innesco (almeno qui a Pontecorvo), ai fini di una buona riuscita di pesca, quindi opterei per una normale pastura da alborella, tipo la trabucco special alborella, o la alborella competition tubertini, ma tengo a precisare che non cambia molto l'esito della pescata. La sua bagnatura invece, può incidere di più, visto che parliano di fiume, soggetto a correnti, quindi attenzione alla “fumata” che deve eseguire lo sfarinato.


Considerazioni finali

Questo campo gara risente purtroppo, di veri e propri incivili,  che lasciano, dopo la loro pescata, buste, barattoli e cartacce. Basterebbe poco, ci vogliono pochi secondi per raccogliere la propria sporcizia, ma molti di noi “pescatori” non lo sanno o non sono stati abituati a farlo.

Ci sarebbero da scrivere dei libri sulla pesca dell'alborella, espressione di pura tecnica e abilità, ma purtroppo questo spazio non lo permette, quindi vi consiglio vivamente di tornare a praticare queste tecniche, lasciando a casa i panchetti e le roubasienne e, vi assicuro, avrete modo di ritrovare antiche emozioni, difficilmente eguagliabili, solo riprendendo in mano i vostri cannini da 3 mt. ...in fondo non è così che per tutti noi è cominciata?

A presto.


Notizie utili

Per raggiungere il campo gara sul Liri, bisogna prendere l'autostrada Roma/Napoli, uscita Pontecorvo, e seguire le indicazioni verso destra per il paese. Prima del centro urbano, arrivati ad un grosso incrocio di fronte al campo sportivo si prende la strada  a destra per grotte di Pastena. Arrivati in fondo alla strada, al bivio si gira a destra per Melfi di Sotto. Dopo circa 2,5 km girare a sinistra e seguendo le indicazione Santuario di S. Giovanni, il campo gara è in fondo alla strada.


Per poter pescare in questa zona, bisogna munirsi del tesserino provinciale di Frosinone, reperibile in zona, previo versamento con bollettino postale n. 13197033 del costo di 5,16 euro, intestao a “Amministrazione Provinciale di Frosinone - Settore pesca"  causale "costo tesserino ittico".


di Bernardini Fernando

Nel frusinate c'è un tratto di fiume Liri, dove è possibile ancora pescare con la tecnica che ha fatto scuola per anni in Italia, ma che ormai è poco praticata dai giovani agonisti: l'alborella.