di Bernardini Fernando dal numero 08/09 di Pesca In


Visto il titolo una piccola premessa da parte mia è doverosa: “Fiasco” è l’appellativo dato alla zona di cui parliamo, non per la sua vocazione a rifilare fregature, ma per la caratteristica forma, che disegna il percorso del fiume.  A me piace molto questo spot, forse perché ha segnato l’inizio della mia attività agonistica, bisogna ammettere però, che proprio sotto questo aspetto presenta molte lacune. Spero che questi personali ricordi non influenzino troppo il mio racconto, ma riescano a descrivere le forti potenzialità, che offre questa piccola fetta di campagna romana, priva di smog e traffico e ricca di relax allo stato puro. Questo tratto di Tevere, denominato Ponzano, dal medesimo comune in cui ricade, è croce e delizia di tanti agonisti del Lazio, per la sua pronunciata disparità durante le competizioni ed è, da qualche anno, escluso dalle gare di maggior rilievo, quali eccellenza e zonale, pagando eccessivamente per la cattiva gestione dei calendari federali (che fissano le date nei mesi in cui la specie ittica predominante è in frega) e per la difficoltà di ripopolare un tratto di fiume, così vasto e soggetto a numerose piene.


Il campo gara

Istituita la zona a campo gara permanente FIPSAS, per opera di Marco Genna, che con dedizione e impegno si è prodigato alla sua ideazione, si è capito subito che questo tratto di fiume poteva fornire una valida alternativa ai campi gara già esistenti, sia sotto il profilo numerico, sia per quanto riguarda la fauna ittica. Il campo gara è diviso in 4 zone, purtroppo però, ogni anno bisogna fare i conti con le piene invernali, che spesso mutano l’aspetto e la conformazione delle sponde, rendendole inagibili o distruggendole completamente. Per questo motivo e per i picchetti con maggiore fondo, che si trovavano nella parte finale, lo scorso anno la quarta zona è stata spostata in un altro tratto di fiume, nel comune di Poggio Mirteto Scalo, pochi chilometri più a monte di Ponzano Romano. Le caratteristiche sono le stesse, sia per l’ambiente, che per la fauna ittica, c’è da dire però, che questa “quarta zona” è sicuramente curata e controllata meglio rispetto alle altre tre, forse favorita della presenza della riserva naturale Tevere-Farfa, bellissimo esempio di gestione di aree naturali.


Molti tipi di prede

La specie da insidiare durante le competizioni è sicuramente il Gardons,  generalmente di ottime dimensioni, capace di raggiungere anche il chilogrammo di peso. Dopodiché troviamo il Cavedano ad arricchire queste acque con la sua astuzia, con esemplari considerevoli. Inoltre sono presenti, Scardole, Carassi, Tinche, Barbi, Carpe, Breme (solo da poco scoperte in questo tratto di fiume), Alborelle, Lucci (sia il perca, che il papera), Black Bass ed infine l’Acerina, specie ormai quasi estinta o quantomeno introvabile nei nostri corsi d’acqua, ma che qui trova ancora un habitat perfetto dove potersi riprodurre. Purtroppo bisogna segnalare la presenza, da qualche anno, di esemplari di siluro, che, anche se ancora di modeste dimensioni, sono destinati a divenire razza predominante di queste acque, non potendo intervenire in nessun modo, essendo Ponzano troppo dispersivo affinché qualsiasi rimedio sia efficace. Non ho molta simpatia per i siluri, non per un discorso tra autoctono e alloctono, ma per la fine che hanno fatto i vari corsi d’acqua dove questo super predatore si è stabilito, diventando in molti casi, specie unica e predominante e non lasciando più spazio ad altre forme di vita.


Come si pesca

La caratteristica principale del tratto di fiume in questione, è la distanza che separa il nostro galleggiante dal fondo, su alcuni picchetti si può arrivare ai 9,5 mt di profondità! Questa caratteristica fà di Ponzano un itinerario non facilissimo da affrontare, soprattutto per chi da poco si è avvicinato alla pesca con la roubasienne, in quanto spesso capita di dover recuperare un pesce con 8 pezzi di canna rivolti verso il cielo. Veniamo ora alla parte tecnica, parliamo sicuramente della canna francese, la roubasienne, vero e proprio attrezzo, ormai indispensabile, per una sessione di pesca agonistica o semplicemente amatoriale. Oltre a lei, non sono da sottovalutare la bolognese e l’inglese, quest’ultima da utilizzare soltanto in condizioni particolari, ovvero con corrente lenta o assente, al centro del fiume. Mentre la bolognese, ha due impieghi principali: o poco fuori la linea di pesca della roubasienne (maggiormente da quando è in vigore la limitazione a 13 mt, ma in questo caso deve essere lunga almeno 8 mt per coprire il gap derivato dal fondo), oppure al centro del fiume, con galleggiante scorrevole (e in questo caso una 5 mt ci agevolerà le operazioni di lancio non sempre facili e libere da alberi sulla sponda).


Galleggianti & co

La corrente media del fiume è generalmente lenta, da circa 2,5 gr (grammatura ideale per rimanere bloccati correttamente), condizione però non sempre costante durante tutto l’anno, soprattutto in inverno. Bisogna quindi prepararsi ad andature d’acqua più veloci, fino ad arrivare ad un massimo di 30 gr a vela, condizione però sconsigliabile da perseguire visto la mole d’acqua. Inoltre, con queste condizioni di corrente, è difficile che il fiume sia pulito e quindi in questi casi meglio declinare verso un’altra meta. Nel periodo primaverile/estivo, la fascia di grammature del galleggiante da usare varia da 1,5 gr fino a 5 gr con forma così detta a goccia o ovetto, classica per passate e trattenute, montato su un trave del diametro dello 0,12 mm, la serie menta di colmic è perfetta per questo tipo di pesca oppure la serie “Ponzano”, creata da Massimo Ardenti, appositamente per questo campo gara. I galleggianti piatti si sposano perfettamente a queste acque, che siano piastre o vela, risultando spesso preferibili a quelli di forma classica, eseguendo una corretta azione di pesca con qualsiasi condizione di corrente. Per quanto riguarda la piombatura, ricordando la notevole profondità di queste acque, si consiglia sempre la creazione di un bulk di pallini o l’utilizzo di  torpilla/pallettone, su qualsiasi grammatura scelta per il nostro specifico caso, questo per facilitare le operazioni di entrata in pesca della lenza, in rapporto alla corrente che abbiamo. Per le grammature fino a 5 gr. il consiglio è di usare comunque una piombatura a pallini, sempre con la formazione di un bulk, in modo da poter gestire liberamente la dislocazione degli stessi, facendo il classico raggruppamento, per poi aprirsi verso il basso della nostra lenza, gestendo questa apertura in rapporto alle esigenze del pesce. Un finale del diametro dello 0,9 mm ed un amo del n. 18 Serie 2 Tubertini o serie N957 di Colmic, concludono la lenza tipo per Ponzano. Non è necessario affinare la lenza, vista la profondità e la specie che andiamo ad insidiare, cioè il gardons, che di norma è poco diffidente. Magari per una pesca specifica al cavedano si può optare per una leggerezza maggiore, senza esagerare però. Quello che fà la differenza è soprattutto come si presenta l’esca al pesce, ovvero la passata và eseguita lentamente, facendo dei continui “stop and go”, soffermandosi soprattutto nel punto in cui abbiamo effettuato la pasturazione e poco a valle.


Esche e pasture

Un ulteriore capitolo, và aperto, infine, per la pasturazione, effettuata a base di sfarinato specifico per i pinnuti d’oltralpe. Molti riscontri trova la pastura del grande Van Den Eynde, nella versione turbo black e brown, magari tagliata con una classica da fondo molto legante, valida per acque con tanto fondo e corrente. Molto importante è l’uso del bigattino incollato, che deve essere ricco di breccia e saldamente unito con gomma arabica, in modo da non sbriciolarsi durante la scesa verso il fondo. L’esca principe è sicuramente il bigattino, alternato a qualche passata con il verme di terra, mentre il mais non ha mai dato buoni risultati. La pasturazione non và mai fatta a monte dell’azione di pesca, ma bensì nello spazio che c’è tra la punta della roubasienne e l’astina del galleggiante, posizionando la canna sull’apposito sostegno del panchetto.

Spero di aver descritto al meglio Ponzano, un posto ricco di risorse, che chiede solo di non essere trascurato, come qualche volta qualcuno di noi fà, lasciando buste e barattoli in giro, non curanti dello splendido ambiente in cui si trova.


Notizie utili

Raggiungere il campo gara è facilissimo, basta uscire al casello Ponzano/Soratte, dell’autostrada A1, e seguire le indicazioni per Ponzano Romano o campo gara Fipsas, dopo circa 1km si incontra il bivio dove è ben evidente l’indicazione, girare a sinistra, con la direzione da prendere per raggiungere il fiume e il campo gara.

Siamo nella provincia di Roma, quindi per poter pescare non c’è bisogno di nessun particolare tipo di permesso, ma basta essere in possesso della normale licenza per acque interne.


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di Bernardini Fernando

In questo itinerario, andiamo a scoprire quali sono le potenzialità di un campo gara giovane, che può dare molto all’agonismo del Centro Italia: il Tevere a Ponzano Romano.